Diciamo NO al femminicidio

da | 21 Ago, 2023 | Benessere, psicologia, Salute, Scienza e Nutrizione, società | 0 commenti

Il femminicidio è la forma estrema di violenza e della discriminazione contro le donne. Il concetto di femminicidio è stato affrontato fin dall’inizio del XIX secolo per descrivere l’uccisione di donne al fine di indicare specificamente la realtà sessista di questa forma fatale di violenza. Negli anni ’70 è stato definito dal movimento femminista come l’omicidio intenzionale di una donna o di una ragazza in base al suo genere al fine di aumentare la consapevolezza nella lotta per proteggere le donne, ma il termine è usato anche per riferirsi a qualsiasi uccisione di una donna o ragazza, espandendosi dagli omicidi misogini a tutte le forme di omicidi femminili. 

Non c’è ancora consenso sull’esatta definizione di femminicidio a livello europeo e la maggior parte dei paesi europei non ha una definizione giuridica per il femminicidio che di solito è coperta dai termini neutri rispetto al genere di “omicidio”, “omicidio” o “omicidio colposo”, trascurando così la realtà della disuguaglianza, dell’oppressione e della violenza sistematica contro le donne, e spesso etichettati come “crimini passionali”, una descrizione semplicistica e stereotipata della manifestazione fatale di un problema diffuso con fattori sociali, politici, culturali, economici e di genere. 

Per quanto riguarda l’Italia, la legge n. 119 del 15 ottobre 2013 (la cosiddetta “Legge sul femminicidio”) ha dapprima affrontato la violenza contro le donne in chiave di genere. La legge è stata adottata parallelamente alla ratifica da parte dell’Italia della Convenzione di Istanbul e contiene una serie di misure volte ad allineare il quadro legislativo e politico italiano ai requisiti della Convenzione. A luglio 2019 è stata approvata un’ulteriore normativa: la legge n. 69/2019 (nota come Codice Rosso) ha introdotto una serie di nuovi reati, come la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti o il “revenge porn” e ha inasprito le sanzioni per i reati di stalking, violenza sessuale e violenza domestica. 

Inoltre, ha aumentato le sanzioni applicabili per circostanze aggravate. 

Nel 2017, 87.000 donne sono state uccise intenzionalmente in tutto il mondo, di cui 50.000 assassinate da partner intimi o familiari. Ciò significa che a livello globale, 137 donne muoiono ogni giorno per mano della loro famiglia [8]. In paesi europei come Regno Unito, Francia, Germania e Italia, dove i tassi di omicidio femminile sono relativamente bassi rispetto ad altri paesi, le cifre sono ancora allarmanti: in media, una donna viene uccisa da un uomo ogni tre giorni. In Italia in particolare, 111 donne sono state vittime di omicidio volontario nel 2019 e 133 nel 2018. 

Queste cifre sorprendenti richiedono sforzi globali per sviluppare misure e strategie per prevenire e rispondere al femminicidio. 

Il femminicidio è stato oggetto di crescente ricerca negli ultimi 20 anni, anche in ambito medico-legale (tra gli altri), con l’obiettivo di raccogliere dati sulla sua incidenza, sui fattori di rischio e sulle manifestazioni, che possono poi essere utilizzati per la comparabilità tra paesi e l’apprezzamento della sua evoluzione nel tempo e, in ultima analisi, per la sua prevenzione. In effetti, è necessario rafforzare la sorveglianza e lo screening del femminicidio in tutto il mondo per comprendere meglio, ridurre e infine porre fine a questo fenomeno a livello globale.

In uno studio molto interessante compiuto dall’Istituto di Medicina Legale di Milano, sono stati presi in considerazione fattori specifici, tra cui l’età e la nazionalità delle vittime, il luogo di recupero dei corpi, il rapporto della vittima con l’autore e le lesioni subite. Di conseguenza, sono stati rilevati 200 omicidi femminili tra le oltre 15.000 autopsie e 535 omicidi indagati dal 1999 al 2019, pari a una media di 9,5 femminicidi all’anno. 

La maggior parte delle vittime era italiana (74%) e la metà aveva un’età compresa tra i 18 ei 49 anni. Gli omicidi sono stati prevalentemente commessi in ambito domestico (78,5%) da autori di sesso maschile (almeno l’85%), legati alle vittime come partner intimi o ex-coniugi e membri della famiglia (73,5%). 

Trovare soluzioni non è semplice, ma possiamo lavorare anche nel nostro piccolo nella prevenzione.

1. Educazione alla Parità di Genere: Un passo fondamentale per prevenire il femminicidio è l’educazione. Promuovi la necessità di insegnare ai giovani la parità di genere, il rispetto reciproco e il valore dell’autonomia delle donne. Le scuole e le comunità possono svolgere un ruolo chiave nell’istruire le nuove generazioni su questi principi.

2. Sensibilizzazione e Campagne di Prevenzione: Organizza campagne di sensibilizzazione sulla prevenzione del femminicidio. Queste campagne possono includere eventi, seminari, workshop e risorse informative che evidenziano le cause sottostanti del fenomeno e promuovono il rispetto e la consapevolezza.

3. Supporto alle Vittime: Fornisci informazioni sulle risorse disponibili per le vittime di violenza domestica e femminicidio. Parla dei centri di ascolto, delle linee telefoniche di emergenza e delle organizzazioni che offrono supporto legale e psicologico alle vittime.

4. Rafforzamento delle Leggi e dell’Applicazione delle Stesse: Discuti dell’importanza di avere leggi rigorose contro la violenza di genere e il femminicidio. Sottolinea l’importanza di un’applicazione coerente e tempestiva di queste leggi da parte delle forze dell’ordine e del sistema giudiziario.

5. Programmi di Rieducazione per gli Aggressori: Parla dei programmi di rieducazione per gli autori di violenza domestica e femminicidio. Questi programmi possono aiutare a rompere il ciclo della violenza fornendo agli autori strumenti per gestire le loro emozioni e comportamenti in modo sano.

6. Coinvolgimento degli Uomini come Alleati: Sottolinea l’importanza del coinvolgimento degli uomini nella lotta contro il femminicidio. Gli uomini possono essere potenti alleati nel promuovere la parità di genere, sfidando gli stereotipi nocivi e denunciando la violenza.

7. Promozione dell’Indipendenza Economica: Affronta l’importanza dell’indipendenza economica delle donne. Promuovi l’accesso all’istruzione e alle opportunità lavorative per le donne, in modo che possano diventare autonome e ridurre la dipendenza finanziaria dai partner abusivi.

8. Supporto e Coinvolgimento delle Comunità: Incoraggia le comunità a prendere una posizione contro il femminicidio. Il supporto locale può avere un impatto significativo nel creare un ambiente in cui la violenza di genere non sia tollerata.