Sabato 20 Maggio si è svolta la giornata mondiale delle api: è proprio grazie a questi insetti che viene regolato tutto l’ecosistema, perché rappresentano i principali impollinatori che abbiamo in natura.
Con chi potevamo parlarne, se non con Emanuele Carubbi, il nostro affiliato apicoltore di Carpineti (Reggio Emilia)? Se è vero che ogni animale assomiglia al proprio padrone, possiamo metaforicamente dire, a buon vedere, che Emanuele ha un aspetto ormai simbiotico con le sue api: chiaro di carnagione e di capigliatura, sempre in movimento, proprio come le regine delle sue arnie.
“Sono incappato per puro caso in questa passione – racconta Emanuele – e in pochi anni ha stravolto la mia vita, diventando la mia principale professione. Tutto ha avuto origine grazie a mio fratello, da sempre appassionato di insetti. A quattordici anni gli venne l’idea di acquistare una minimoto per scorazzare nel quartiere e mio padre, molto preoccupato, gli propose uno scambio più che equo: tre cassette di api al posto della piccola, a parer suo pericolosa, motocicletta. Mio fratello accettò ma, durante il trasporto delle cassette in auto, ne uscì qualcuna e venne punto. Da quel momento decise che non avrebbe mai più avuto a che fare con un ape. Dalla sua brutta esperienza nacque la mia fortuna: quelle tre cassette furono la prima famiglia che iniziai a seguire e scoprii un mondo che ancora oggi, ogni mattina mi affascina.”
In questo modo, nell’arco degli anni, dopo il diploma da geometra e capendo subito che quella del tecnico non sarebbe potuta diventare la sua professione, iniziò a frequentare corsi e seguendo grandi apicoltori. Nel 2015, aveva già aumentato il numero di cassette e capito che l’unica cosa che lo faceva stare bene era la cura delle api.
Lele Carubbi ha creato il suo mondo attorno a questi preziosi insetti, fino ad aprire nel 2015 un laboratorio situato a Marola, in Piazza Giovanni da Marola, 2 a Carpineti (RE). Attualmente possiede 420 cassette di api e applica il nomadismo, spostando le cassette con le famiglie di api in giro per il nord e centro Italia, a seconda della stagione, per seguire le diverse fioriture e produrre mieli monofloreali differenti (acacia, tiglio, castagno, erba medica).
“I miei valori – racconta Lele – sono riassunti in tre parole: buono, salutare e bio. Credo molto nel concetto del cibo biologico e nel rispetto della biodiversità. Uso le api ma anche cerco sempre di preservare i loro ritmi biologici naturali, non le forzo mai.
Mantengo il più possibile l’equilibrio dei luoghi in cui porto le famiglie di api perché sono consapevole che ogni ecosistema sia delicato e vada tutelato. Le api sono impollinatori e fanno del bene ma le colloco sempre con molto tatto, senza sovraccaricare troppo la zona per lasciare anche agli impollinatori autoctoni anche la possibilità di trovare del cibo.”
Di seguito il link ad una video intervista su Youtube fatta dal gruppo rESISTERE in Appenino, https://www.youtube.com/watch?v=LtnPxqLqfQY
Approfondimento sul MIELE
Veniamo al miele, perché sembra possa conservarsi per sempre?
Avete mai visto un film di Indiana Jones, il famoso archeologo che riusciva ad entrare nelle tombe rimaste intatte per migliaia di anni? Non solo nella fiction, ma anche nella realtà, gli archeologi moderni hanno ritrovato nelle antiche tombe egiziane dei vasi di miele perfettamente intatti. I
l miele è, prima di tutto uno zucchero e come tale è igroscopico, cioè contiene pochissima acqua nello stato naturale ma ha la capacità di assorbirne dall’ambiente in cui si trova. Se in natura ha pochissima umidità, altrettanto pochi microrganismi possono sopravvivere a una sostanza così viscosa, finendone come soffocati.
Il miele, sembra un controsenso ma non è così, è un dolcificante naturale molto acido, per la presenza di numerosi acidi organici, fra i quali il più abbondante è l’acido gluconico.
Il valore del pH è compreso fra 3,5 e 4,5 unità, il che rappresenta un ambiente di sopravvivenza molto difficile per qualsiasi microorganismo che intenda intaccarlo, ma per la sua viscosità è stato spesso usato come rimedio naturale contro gli attacchi di gastrite, stimolando la funzione motoria e secretoria dello stomaco.
ll miele inoltre contiene perossido d’idrogeno, un composto che crea una barriera molto importante contro ferite, infezioni e bruciature, tanto che se ne rammentano l’uso durante le guerre mondiali da parte dei soldati tedeschi e russi, ma anche in antichità; perfino Plinio il vecchio lo cita nel suo libro Naturalis Historia, scritto nel 50 D.C.