Nel 2021 è nato Valcarezza, a Pantano di Carpineti, un progetto che rappresenta il sogno realizzato di Stefano Pellicciari. La sua passione per il peperoncino si è concretizzata nel corso degli anni, attraverso la lavorazione e la trasformazione finale di questo straordinario ingrediente in salse, creme, composte e farine piccanti.
La storia di Stefano inizia più di vent’anni fa, quando si avvicina al peperoncino scegliendolo come oggetto di una ricerca scolastica durante i suoi studi presso L’istituto Agrario Motti di Castelnovo ne’ Monti.
Da quel momento, la sua passione non si è mai placata e ha continuato a dedicarsi al peperoncino privatamente, intessendo amicizie in tutta Italia e nel mondo, facendosi spedire campioni fin dall’Australia e riuscendo a coltivare ben 980 varietà diverse nel corso degli anni.
Oggi, grazie a queste coltivazioni, Stefano ha selezionato con cura 15 varietà fisse che utilizza per creare i suoi prodotti trasformati.
I suoi obiettivi sono chiari: migliorare costantemente la qualità dei prodotti derivati da questo delizioso frutto, innovare continuamente con nuove creazioni e privilegiare la coltivazioni biologica.
Valcarezza rappresenta l’essenza di una passione che si è trasformata in un’esperienza unica. Ogni prodotto che nasce dalle mani di Stefano porta con sé l’amore per la natura, la dedizione per la perfezione e il desiderio di regalare emozioni autentiche ai palati di chi li assapora.
“Sono sempre stato un amante del gusto piccante. Le prime piante che ho coltivato erano dei peperoncini italiani, chiamati ‘baci di satana’ e cajenna. Le prime verdure crescevano bene e le utilizzavo per le cene con gli amici. Un giorno, guardando un programma televisivo sull’ambiente ed ecologia, ho avuto un’illuminazione: stavano mostrando delle estese piantagioni nella penisola dello Yucatan, con centinaia di piantine arancioni, tutte peperoncini. L’inviato ha iniziato a descrivere le numerose varietà presenti in Messico, inclusi i peperoncini più piccanti del mondo, che sono di origine americana. A quel punto ho deciso che dovevo procurarmi quelle piante e provarle a coltivare qui, a Pantano.
Grazie a Internet, sono riuscito a trovare i semi di habanero e di altre varietà sudamericane. Le prime coltivazioni non sono andate bene: avevo esperienza con i peperoncini italiani, che si radicano facilmente nel terreno, ma quelli tropicali sono più delicati e richiedono cure attente durante la semina, la germinazione ei trapianti. Ogni fase rappresenta un rischio, soprattutto nelle prime fasi dello sviluppo delle piante. Ogni anno pianto circa trecento semi, ma un terzo di essi non produce nulla. Attualmente nella mia serra ho circa diciotto varietà, tra cui trinidad moruga scorpion, purple tiger, naga viper, carolina reaper e habanero chocolate. I nomi suggestivi di questi peperoncini derivano dal luogo in cui si coltiva il seme (come Trinidad e Tobago), dalla consistenza (come moruga) e dalla forma del frutto, dalla consistenza (es. moruga) e dalla forma del frutto, che spesso richiama un animale (es. scorpion)”.
“Ci sono molti miti da sfatare sui peperoni, il primo è la convinzione che la parte pungente siano i semi. In realtà – rivela Pellicciari – la maggior quantità di capsaicina si trova nella placenta. Si tratta dello strato interno del peperone, la parte che sostiene i semi. Se si vuole fare un’ottima pasta aglio, olio e peperoncino, il piccante giusto, tutto ciò che deve finire nella padella è la placenta.”
Il peperoncino per la salute.
La capsaicina è un potente antinfiammatorio (es. per reumatismi articolari), antistaminico (es. per rinite allergica), analgesico (es. per dolore neurologi- co da herpeszoster, più comunemente fuoco di Santantonio), antimicotico e battericida. Recenti studi la considerano utile nella prevenzione del tu- more alla prostata e si è visto che un uso regolare di peperoncino migliora il controllo dei livelli di insulina dopo il pasto, aiutando obesi e diabetici a gestire meglio i livelli di glicemia. La capsaicina ha un effetto protettivo sui vasi sanguigni, e quindi nella prevenzione di infarti, aterosclerosi e iper- colesterolemia. Pare che anche i capelli traggano beneficio dal suo uso, poiché l’aumento di circolazione ha effetti positivi sulla vita dei bulbi piliferi.