E’ stato un prezioso incontro quello occorso giovedì mattina 27 aprile fra la dott.ssa Laura Magnani e i ragazzi della scuola secondaria di primo grado di Vetto d’Enza. Il tema dell’inclusione fra giovani e anziani, in particolare modo persone ricoverate presso strutture residenziali protette del territorio, si è svolto con grande partecipazione da parte dei ragazzi della pluriclasse, che si sono mostrati interessati e pronti a intervenire con commenti personali e mai banali.
Dal punto di vista statistico, è emerso che la maggior parte dei ragazzi ha tutti i quattro nonni viventi, alcuni anche hanno parlato di bisnonni, di cui una piccola parte vive in casa con loro e la maggior parte in altre residenze del quartiere, alcuni in altre regioni e quattro ragazzi avevano i nonni residenti fuori Italia.
La dottoressa ha parlato del concetto di anzianità e ha chiesto ai ragazzi come avrebbero immaginato sè stessi dopo settant’anni.
Sono stati indagati i temi della solitudine e della malattia, il concetto di ” grande anziano ” e di “anziano fragile”, mettendo l’accento sul prezioso ruolo che hanno i ragazzi nel mantenere gli anziani al centro della vita della nostra società-
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce i 65 anni come età di passaggio alla condizione di “anziano” e stima che, entro il 2050 circa una persona su sei avrà più di 65 anni (16%), dove nel 2019 il dato si assestava intorno a una persona su undici (9%).
Nel 2018, il numero di soggetti definiti anziani (over 65), per la prima volta nella storia, ha superato il numero di bambini di età inferiore ai 5 anni (Report delle Nazioni Unite, 2020). Nel 2050, l’80% della popolazione mondiale vivrà nei Paesi a basso-medio reddito, considerando come il ritmo di invecchiamento della popolazione sia a oggi più incalzante che in passato (WHO, 2018).
Ma davvero possiamo considerare anziana una persona tipo che oggi potrebbe avere 66 anni, ancora inserita in un contesto lavorativo, vestita in scarpe da ginnastica e jeans, fornita di cellulare col qual e guarda i video di “TikTok”, magari iscritta ad un corso sportivo serale e piena di relazioni sociali?
Davanti a queste affermazioni, gli studenti dell’istituto hanno espresso i loro pareri e le loro perplessità, fornendo preziosi spunti di riflessione. Al termine dell’ora, si è arrivati alla conclusione che non sia così facile definire il concetto di anziano, quando, sempre più nella società attuale, l’età biologica si discosta molto da quello di età “psicologica”.
SI è parlato assieme “dell’invecchiamento” di chi, come gli astronauti, vive in condizioni fisiche estreme per alcuni mesi e poi si ritrova sulla Terra in condizioni nettamente peggiorate e del fatto che questi studi hanno dato il via a tutte le attuali teorie sul modo per rimanere più giovani, più attivi e più in salute possibile.
I ragazzi hanno afferrato molto velocemente il concetto che la massa magra sia una tutela, uno scudo, contro le malattie e la progressione naturale dell’invecchiamento, al contrario di come invece l’aumento della massa grassa e del grasso viscerale porti a sviluppare e velocizzare le malattie neurodegenerative dell’età anziana. Insieme si è chiarito che fare attività sportiva quotidianamente, soprattutto partendo dalla loro giovane età, sia la base sulla quale costruire la propria salute, assieme ad un’alimentazione sana e a una mente libera da “negatività”.
Gli studenti sono stati educati infine a diventare “ambasciatori della salute” presso le proprie case e nella visita che verrà effettuata presso la “Casa Protetta Maria Spaggiari Boni” di Vetto d’Enza, insegnando ad adulti e anziani come poter invecchiare bene, vivendo con un’alta qualità di vita e imparando a contrastare il dolore di alcune inevitabili malattie degenerative con la forza d’animo e la condivisione.